Differenza tra prevenzione e protezione, facciamo chiarezza
Qual’è la differenza tra misure di prevenzione e protezione? Troppo spesso capita di sentir parlare in modo indistinto di prevenzione e protezione. Le due cose sono molto diverse. Facciamo chiarezza!
Da dove partire per vedere la differenza tra prevenzione e protezione?
Sappiamo tutti che il testo unico sulla sicurezza sul lavoro chiede in primis al datore di lavoro di migliorare le condizioni dei luoghi di lavoro. Tutto ciò chiaramente con l’obiettivo di garantire la sicurezza dei lavoratori.
Spesso per intraprendere una strategia efficace negli ambienti di lavoro si fa riferimento alle misure generali di sicurezza previste nell’art. 15 del D.Lgs 81/08. Queste, tra l’altro, prevedono la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto a quelle personali.
Dunque a prescindere dalla differenza tra prevenzione e protezione l’obiettivo è chiaro. Bisogna rendere nulli o ridurre al minimo i rischi che sono stati valutati grazie al procedimento di valutazione dei rischi.
Partiamo subito col dire che annullare uno o più rischi presenti in azienda quasi mai è una operazione che può essere portata avanti. Proprio per questo il legislatore parta di “riduzione al minimo” e non solo di “rendere nullo” un rischio. E su questo si innesta la differenza tra prevenzione e protezione.
Dunque la domanda che ci si pone ora è: “Come posso ridurre al minimo un rischio?”. La risposta è: “Adottando una o più misure di sicurezza”.
Quanti tipi di misure di sicurezza ci sono?
Prima di arrivare a trattare della differenza tra misure di prevenzione e protezione chiariamo un concetto. Una misura di sicurezza è una qualsiasi misura che ha come effetto quello di ridurre un certo fattore di rischio. Possiamo ricondurre le varie misure di sicurezza sostanzialmente in tre tipologie:
- Organizzative o procedurali
- Tecniche
- Formative
Non esiste la misura di sicurezza migliore e quella peggiore. Bisognerà valutare di volta in volta considerando tanti aspetti. Ad esempio: il tipo di lavoro svolto e gli ambienti di lavoro. Vediamo in dettaglio le misure di sicurezza sopra indicate:
Misure organizzative o procedurali
Si tratta di misure di tipo gestionale che possono avere carattere specifico o generale. Tipicamente si traducono in vere e proprie istruzioni operative o procedure. Prendono di solito in considerazione aspetti pratici e forniscono indicazioni di tipo comportamentale.
Sono pensate per guidare il lavoratore dando indicazioni su come portare avanti in sicurezza una certa fase di lavoro. Proprio per questo motivo, per essere efficaci, sono tipicamente specifiche e calate nel contesto della attività lavorativa.
Misure tecniche e differenza tra prevenzione e protezione
Le misure tecniche fanno riferimento alle scelte ed alle successive adozioni di soluzioni su attrezzature, macchine o impianti. Nonché misure di sicurezza di tipo personali.
Ad esempio l’installazione di un carter su una macchina per proteggere degli organi in moto. L’installazione di pannelli fonoassorbenti per ridurre il rumore di una linea produttiva. Oppure ancora l’adozione di un certo tipo di scarpe antinfortunistiche. Rappresentano delle misure di sicurezza di tipo tecnico.
Misure formative
Le misure che rientrano in questa casistica sono quelle date da tutti gli interventi formativi con i lavoratori. Ad esempio i “classici” corsi di formazione generale e specifica secondo l’Accordo Stato-Regioni del 21 dicembre 2011. I corsi di formazione per l’uso del carrello o della PLE. Ma anche incontri svolti direttamente in reparto.
E’ bene chiarire una cosa importante però. Affinché una attività formativa possa essere considerata tale ai sensi del D.Lgs 81/08. Oltre a dover rispettare gli eventuali riferimenti in essere. Ad esempio l’Accordo Stato-Regioni citato prima o quello del 22 febbraio 2012 per la formazione ed abilitazione all’uso delle “attrezzature” di lavoro.
Deve esserci la verifica di apprendimento. Cioè bisogna poter dimostrare che gli argomenti che sono stati discussi sono stati recepiti correttamente dai lavoratori. Questo, di solito, significa che dopo l’incontro, ai partecipanti, viene somministrato un test.
Allora qual’è la differenza tra misure di prevenzione e protezione?
Venendo dunque al nocciolo della questione. Premesso il fatto che le varie misure di sicurezza appena visto spesso sono adottate insieme tra loro. Infatti è dalla “sinergia” delle tre che si ottengono i risultati migliori.
Possiamo dire la differenza tra misure di prevenzione e protezione fa riferimento agli aspetti considerati di solito per la valutazione dei rischi.
Tipicamente, in una valutazione di rischio si è soliti considerare la “Probabilità di accadimento” e la “Magnitudo del danno”. Cioè si valuta quanto è probabile che si verifichi il rischio considerato partendo da una situazione di lavoro “standard”. Dunque in questa ipotesi, non è ancora successo nulla e si valuta, appunto, quanto è probabile che succeda. Invece, nella stima della “magnitudo” si ragiona partendo dal presupposto che l’evento avverso si sia verificato e si va a vedere qual’è il “danno” atteso.
Proprio in questo sta la differenza tra le misure di prevenzione e protezione. Possiamo allora dire che le misure di prevenzione sono l’insieme delle misure previste per evitare che si verifichi un evento dannoso. Mentre le misure di protezione sono l’insieme delle misure previste e finalizzate a limitare le conseguenze di un evento dannoso, dal momento che si verifica.
Conclusioni
Per quanto appena detto, è chiaro quindi che bisognerà sempre prima puntare alle misure di prevenzione e, poi, a quelle di protezione. Questo perché evitare che si verifichi un evento avverso è sempre meglio rispetto al caso di doverne gestire le conseguenze.
Per tenere sempre a mente questa differenza potete pensare alla classica automobile che guidate ogni giorno. In particolare pensate all’ABS ed all’airbag. Entrambe sono “misure di sicurezza” della “macchina”. L’ABS però è una misura di prevenzione. Invece l’airbag è una misura di protezione.
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