Differenza tra rischio e pericolo, di cosa si tratta?
Abbastanza spesso ci capita di assistere a discussioni che hanno ad oggetto la differenza tra rischio e pericolo. Cerchiamo con questo articolo di chiarire la situazione ed il rapporto che c’è tra questi due importanti aspetti. Approfondiamo insieme…
La risposta alla domanda potrebbe essere quella banale di andare a vedere le definizioni presenti nel D.Lgs 81/08. Il Testo Unico sulla sicurezza infatti definisce il rischio ed il pericolo come segue:
- Pericolo: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni.
- Rischio: probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione.
Bene detta così, almeno per noi, la cosa non è chiara. Proprio per questo abbiamo ritenuto utile approfondire il discorso. Cerchiamo di capire meglio.
La differenza tra rischio e pericolo
Proviamo ad immaginare una certa situazione che può essere ad esempio una certa fase di lavoro. L’uso di un cacciavite, piuttosto che di un coltello o altro. Queste situazioni le definiamo come “pericolose” o come “rischiose”? Sono la stessa cosa oppure no? Cioè quale è il legame tra rischio e pericolo?
Quando noi solleviamo un carico, usiamo un coltello o saliamo su una scala parliamo di un pericolo o di un rischio? Questo aspetto potrebbe sembrare poco importante ma in realtà non è così.
Questo perché, in virtù delle normative vigenti, la base della sicurezza sul lavoro in azienda parte dalla valutazione dei rischi. Compito che spetta al datore di lavoro come la conseguente individuazione delle misure di prevenzione e protezione. Quindi è importante capire la relazione tra i rischi e gli elementi di pericolo che ci sono.
Il pericolo
Per comprendere la differenza tra rischio e pericolo partiamo dal pericolo: per come viene definito una scala come tale è pericolosa, un coltello anche, un pavimento scivoloso idem. Anche un carico sospeso è pericoloso perché potrebbe cadere in testa a qualcuno e creare dei danni.
Pensando ora al pavimento scivoloso questo è pericoloso però è anche vero che finché non ci scivola nessuno non succede nulla. La scala è pericolosa ma finché sta lì, a meno che non sia in bilico e possa cadere addosso a qualcuno, non può creare alcun danno.
Tipicamente infatti quando si ha a che fare con una scala fatiscente di solito a questa viene impedito l’accesso e si mette un cartello con scritto qualcosa del tipo: “attenzione scala pericolante”. Ciò proprio a significare che è una scala che rischia di rompersi o comunque che non è affidabile per cui non bisogna salirci.
Dunque possiamo dire che il pericolo è un qualcosa che c’è sempre ed è legato alla semplice presenza di una qualsiasi attrezzatura o sostanza ed alle sue proprietà.
Il rischio
Vediamo adesso cosa si intende per rischio. Anzitutto possiamo dire che quando passiamo a trattare questo argomento dobbiamo tener presenti due parole importanti che sono: probabilità e danno.
Possiamo dire che il rischio nasce quando si inizia ad avere a che fare con un pericolo. Cioè se io mi assumo la esposizione ad un determinato pericolo ad esempio salendo sulla scala, così come se uso un coltello o se cammino sul pavimento scivoloso allora nasce il rischio.
Quindi iniziamo a capire un principio di fondo. Un pericolo può essere ad esempio la presenza di una sostanza chimica. Lo stesso vale per una attrezzatura rumorosa.
Stare invece in un luogo di lavoro rumoroso diventa un rischio così come usare una sostanza chimica. Questo perché io con quello specifico pericolo inizio ad interagire in qualche modo.
Vi sono poi pericoli che percepiamo come immediata causa di danni e pericoli che invece magari sottostimiamo perché ad esempio non generano un danno immediato. Basti pensare al riguardo al rumore.
La probabilità e la differenza tra rischio e pericolo
Su questo aspetto si fonda il fattore della “probabilità”. Se noi sappiamo che ci sono determinati infortuni o malattie che hanno una certa frequenza di accadimento possiamo dire di avere un certo “numero” statistico.
Cioè sappiamo che facendo certe azioni la probabilità che si verifichi o comunque di causare un danno è più o meno, in qualche modo, stimabile. Questo ad esempio in base alla statistica degli infortuni a livello nazionale o di comparto o ancora aziendale.
Chiaramente dunque un obiettivo sarà quello di abbassare la “probabilità” e per agire in tal senso si potrà ad esempio andare a lavorare sulla consapevolezza dei lavoratori.
Una cosa molto importante da tener presente è che in quest’ambito non si ragiona sul concetto scientifico di probabilità. Bensì su un dato statistico che, in parte, può essere anche legato alla nostra esperienza.
Basti pensare alle persone che utilizzano ogni giorno l’auto esponendosi quindi ai relativi rischi ma che non prendono l’aereo quando, su base statistica, il tasso di incidenti aerei è molto inferiore rispetto a quello stradale.
Il danno
Possiamo dire dunque che il danno è la possibile conseguenza della presenza di un pericolo un volta che ci si è assunti un rischio.
Sostanzialmente dunque possiamo chiederci: “quando si ha a che fare con un pavimento scivoloso e ci si assume il rischio di camminarci sopra, quale è l’entità del danno che si può subire?”. Cioè: “a quanto ammonta la gravità delle conseguenze di tale situazione rischiosa?”.
Conclusioni
Dunque quando parliamo di analisi dei rischi dobbiamo considerare due elementi che sono la “probabilità” di accadimento di un evento ed il livello potenziale di “danno” che ne può derivare.
Concludendo il discorso sulla differenza tra rischio e pericolo. Possiamo dire che il rischio è dato da una combinazione della probabilità e del danno. Tale combinazione mira a definire delle aree su cui poi sarà opportuno o necessario intervenire.