La sicurezza sul lavoro e le motivazioni che ci spingono …
Perché facciamo sicurezza sul lavoro? La domanda è semplice, la risposta invece no. Le motivazioni possono essere diverse ed è proprio in queste che risiede poi il risultato del lavoro svolto. Facciamo insieme il punto della situazione!
La sicurezza sul lavoro
Come sappiamo la sicurezza sul lavoro è qualcosa di estremamente complesso e sfuggente. Questo per tanti motivi. Vuoi perché tante, troppe volte, è analizzata dal punto di vista sbagliato. Vuoi perché, gioco forza, è un qualcosa in continuo divenire.
Senza dimenticare poi tutto il bailamme di figure che devono essere necessariamente previste dalla normativa di riferimento. Tutto questo di certo non semplifica la cosa. Infatti il decreto legislativo 81/08, come se non bastasse, ai fini della tutela della salute ha previsto un sistema, che in alcuni casi, può anche essere molto articolato.
Tra le figure previste dal D.Lgs 81/08 vi è il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Inoltre i datori di lavoro dovranno preoccuparsi di nominare il responsabile del servizio di prevenzione e protezione ed il medico competente.
Figure queste ultime con compiti ben precisi ai fini della sicurezza luoghi di lavoro. Entrambi si occupano, per quanto di competenza, di suggerire le misure di prevenzione più adeguate sia in materia di salute che in materia di sicurezza. Collaborano, insieme con il datore di lavoro, alla valutazione dei rischi e valutano le attività lavorative anche in relazione anche agli ambienti di lavoro ed a ciascun posto di lavoro.
Nello specifico il medico competente porta avanti la sorveglianza sanitaria con l’obiettivo di ridurre il più possibile i rischi per la salute dei lavoratori e prevenire possibili malattie professionali. Il RSPP invece si occuperò più nello specifico di prevenire tutte quelle situazioni che potrebbero sfociare in infortuni o comunque incidenti sul lavoro.
In merito a ciascun posto di lavoro ai fini di tutela della salute e della sicurezza queste figure sono chiamate a portare avanti sopralluoghi periodici per avere sempre sotto controllo il polso della situazione.
Sembra facile ma non lo è affatto!
Si potrà prevedere l’uso di dispositivi di protezione individuali o collettivi, corsi di formazione, procedure aziendali e misure tecniche. Tutto questo senza dimenticare le squadre aziendali di addetti al primo soccorso, all’emergenza ed alla lotta antincendio.
Insomma certamente possiamo ritenere che “fare” sicurezza sul lavoro in modo serio e competente comporta un impegno non piccolo sotto tutti i punti di vista. Ed allora ecco la domanda di apertura dell’articolo: “Perché fare sicurezza sul lavoro?”. Proviamo a dare una risposta a questa domanda.
Tipicamente i motivi possono rientrare in tre possibili categorie: motivi etici, motivi legali e motivi economici. Partiamo dall’analisi del motivi che “va per la maggiore”, potremmo dire quasi un “ever green”, i “motivi legali” chiaramente.
I motivi legali che spingono verso la sicurezza sul lavoro
Ormai a quasi trenta anni dall’introduzione del D.Lgs 626/94 tutte le aziende sanno che vi sono delle leggi in materia di sicurezza da rispettare. In caso contrario, qualora ci fossero problemi, si può andare incontro a gravi conseguenze.
Queste nella peggiore delle ipotesi possono portare anche a veri e propri processi penali. Un caso su tutti è rappresentato dal caso Thyssenkrupp a Torino in cui nel 2007, a seguito di un incidente, vi furono ben sette morti.
Senza entrare chiaramente nello specifico della vicenda giudiziaria che orami è storia consolidata ed, anzi, rappresenta un interessantissimo punto di riferimento. Possiamo certamente ritenere che da quel momento in Italia la percezione della sicurezza sul lavoro non fu’ più la stessa.
Questo per tutte le parti in gioco. Lavoratori e datori di lavoro. I primi infatti risposero come un organismo unico, scosso da quanto accaduto, prendendo coscienza del fatto che non è possibile tollerare in alcun modo cose del genere.
I secondi invece, si resero conto che per “questioni legate alla sicurezza sul lavoro” si poteva nientepopodimeno rischiare la galera! Dunque non si trattava solo di una frasetta, buttata lì e messa nero su bianco in un “coso” … tale decreto legislativo giusto per fare da spauracchio. Perché si sa, siamo in Italia, ed anche all’estero siamo conosciuti come quel Paese in cui le sanzioni e le pene ci sono si, ma solo sulla carta.
Dunque a partire da quel momento, quantomeno, le aziende presero coscienza del fatto che magari non conveniva tirare troppo la corda e rischiare su queste cose perché le conseguenze, in caso di infortuni gravi, potevano essere davvero disastrose.
Quando tutto cambiò
Da questo momento in poi, qualcosa cominciò a cambiare nella testa delle aziende. Dunque si cominciò a portare avanti, seppur lentamente, un cammino indirizzato alla sicurezza del lavoro.
Certo, in questo caso, i risultati che sarà lecito attendersi non potranno essere dei migliori. Ciò in quanto si comprende bene che la sicurezza viene vista in questo cosa come un “fardello” cui bisogna far fronte.
Quasi alla stessa stregua di una “tassa da pagare”. Nessuno è contento nel pagare le tasse, salvo però che tutti noi chiediamo sempre migliori servizi sotto tutti i punti di vista. In modo analogo, in queste aziende in cui la sicurezza sul lavoro è vissuta solo come un “obbligo normativo” si portano avanti le varie attività con grande lentezza, quando proprio non se ne può fare a meno.
Comunque sempre guardando alla sicurezza con grande diffidenza ed assolutamente senza porre la minima fiducia in quest’ultima come possibile strumento di crescita. Quindi guardandola come un investimento.
E’ evidente quindi che in queste aziende il livello di sicurezza garantito e percepito, nel migliore dei casi, sarà al massimo quello minimo previsto dalla norma. Insomma, sicuramente un quadro abbastanza desolante!
I motivi economici
Un altro punto di vista che può motivare alla sicurezza sul lavoro è la leva economica. In questo caso siamo sicuramente su un livello diverso rispetto a quello precedente.
La sicurezza sul lavoro viene vista come un’area a sé che, in alcuni casi, può addirittura portare benefici. A parte la possibilità di usufruire di eventuali scontistiche o agevolazioni in materia. L’azienda che è mossa da motivi economici gestisce di solito la sicurezza come un processo aziendale. Cerca quindi di ottimizzarlo al massimo.
Partendo dunque da un budget iniziale l’obiettivo che ci si pone è quello di ridurre al minimo le spese. Questo in tante situazioni può voler dire fissare l’asticella a livelli anche “difficili” quali quello di porsi l’obiettivo zero infortuni.
Stiamo parlando di una situazione sicuramente migliore rispetto a quella precedente seppur tuttavia vi sono margini di miglioramento. Infatti se da un lato c’è l’aspetto positivo legato al fatto che si prende coscienza che vi possono essere dei benefici nel portare avanti una seria politica di misure di sicurezza in azienda. Il fatto di porre un “budget” iniziale stride con l’oggetto della tutela e cioè la salvaguardia della vita umana.
Non è infatti assolutamente possibile pensare di limitare con un valore numerico il bene che la norma in materia di sicurezza mira a preservare.
I motivi etici che spingono verso la sicurezza sul lavoro
Vi sono poi anche dei motivi etici che spingono a fare sicurezza sul lavoro. Infatti “quasi” in ognuno di noi c’è l’implicito desiderio di non esporre ad un rischio considerato inaccettabile un essere umano.
Chiaramente in questo caso il problema è anzitutto la definizione di “rischio considerato inaccettabile”. Nonché, soprattutto, quanto questo desiderio sia prioritario rispetto ad altri interessi. Primo fra tutti quello economico.
Capite bene dunque che quest’ultima situazione, seppur sia forse la più nobile tra tutte quelle analizzate. Nella realtà pratica risulta paradossalmente la più “fragile” di tutte.
Questo perché, salvo rari casi, lo spirito iniziale viene poi diluito nel tempo. Rischiando di risultare assolutamente non adeguato alle necessità.
Conclusioni
Per quanto visto dunque possiamo dire di fondo che non esiste una motivazione unica che ci spinge a fare sicurezza in azienda. Anzi, a ben vedere, i risultati migliori si ottengono quando c’è un giusto equilibrio tra tutte le motivazioni prese in considerazione.
Questo vuol dire avere e sviluppare in azienda una cultura della sicurezza che rappresenta davvero il valore aggiunto. Solo grazie a questa si potranno ottenere i migliori risultati.