Amianto come riconoscerlo? Scopriamolo insieme
Oggi trattiamo un problema annoso, quello dell’amianto e di come riconoscerlo. Si tratta di un tema delicato che ha una portata più grande rispetto a quanto non si pensi.
L’inquadramento del problema
L’ amianto è un minerale che si trova in natura. Negli anni è stato impiegato in moltissimi ambiti e lavorato in molti modi. L’ amianto può essere filato come lavorato in polvere.
Grazie a questa sua duttilità ed alle proprietà ignifughe è facilissimo avere rivestimenti in amianto. Oppure trovare edifici e/o veicoli o velivoli con terze parti contenenti amianto.
Come riconoscere l’amianto
In una stima pubblicata a settembre 2016 sono state calcolate in 18 milioni le unità immobiliari che probabilmente hanno al loro interno dei materiali contenenti amianto (MCA).
La normativa nazionale non obbliga il detentore dei MCA a procedere per forza alla rimozione. Nella maggior parte dei casi rinvenire MCA comporta una serie di adempimenti e azioni finalizzate alla gestione nel tempo del rischio. Cioè, se si fosse in presenza di amianto, la norma attuale suggerisce un approccio che consiste principalmente nella gestione del rischio più che nella sua eliminazione.
Si consideri in proposito che qualora si ricada nella casistica che prevede la bonifica da amianto. Il detentore del materiale potrà scegliere tra tre possibili strede:
- Rimozione e smaltimento amianto;
- Confinamento;
- Incapsulamento.
Dunque una volta riconosciuto l’amianto le operazioni su questo dovranno essere svolte da ditta specializzata. Ciò al fine di evitare guai peggiori e non liberare grandi quantità di fibre di amianto pericolose per la salute. Queste quindi sarebbero un rischio per la salute addirittura maggiore rispetto alla situazione preesistente.
Per quanto detto l’obbligo di rimozione del materiale sussiste quindi in un limitato numero di casi. Mentre invece nella quasi totalità degli edifici è necessario fare una valutazione preventiva con un adeguato censimento.
L’importanza del riconoscimento e censimento dell’amianto
Ai fini pratici, i MCA sono suddivisi dalle orme applicabili in due categorie:
- Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con la semplice pressione manuale;
- Compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo con l’impiego di attrezzi meccanici.
E’ chiaro come questo criterio sia ambiguo. Anzitutto quando si pensa alla forza delle mani. Questo fattore infatti non è oggettivo né ripetibile. Su alcune particolari tipologie di materiali questo rappresenta un forte vincolo alla oggettiva classificazione degli stessi MCA.
Altro elemento da tenere in considerazione è quello del danneggiamento che andrà valutato. Sarà indicato come “esteso” se maggiore al 10% della superficie del materiale. In caso contrario “non esteso”.
Infine bisognerà valutare le eventuali cause di disturbo del MCA. Infatti, tra queste, potrebbero esserci gli agenti atmosferici, il calpestio e molto altro.
Ogni causa di disturbo andrà dettagliata e archiviata in modo da avare una valutazione completa.
L’esame visivo
Il primo strumento a disposizione per riconoscere un materiale sospetto di contenere amianto è la vista. Questo infatti costituisce un passaggio fondamentale per questa analisi.
Spesso si può arrivare a conoscere il tipo di materiale fibroso solo con il ricorso a tecniche analitiche specifiche. Tuttavia, una prima valutazione dei materiali fibrosi può essere portata avanti anche “a vista” magari con l’uso di una lente di ingrandimento e un accendino.
Infatti le fibre di amianto, in genere si presentano a piccoli ciuffi e non bruciano, se non con notevole difficoltà. Comunque lasciano un residuo fibroso. I materiali in fibre artificiali, in genere, sono costituiti da feltri o tessuti di fibre che bruciano con difficoltà fondendo. Gli altri materiali, come fibre organiche e vegetali in linea di principio bruciano con maggiore difficoltà.
Riconoscere l’amianto attraverso campioni massivi
Nessuna attività di censimento sarebbe completa e affidabile in assenza di una adeguata campagna analitica dei materiali prelevati. Oggi ci sono a disposizione molte tecniche analitiche sempre più affidabili per riconoscere l’amianto in un campione. Tuttavia il riferimento normativo alle tecniche previste è indicato nel DM 06/09/1994.
Le diverse tecniche analitiche hanno potenzialità molto diverse tra loro. La prima grande differenza è tra tecniche che permettono una analisi qualitativa (cosa c’è). Mentre altre che ne consentono una quantitativa (quanto ce n’è).
La prime permettono di riconoscere la tipologia di amianto ricercata senza esprimere risultati sulla composizione percentuale. Le tecniche quantitative invece permettono di esprimere il valore percentuale sul valore in peso o in volume nella specie di amianto ricercata nel campione esaminato.
Altro aspetto importante per scegliere la tecnica analitica più adatta è il limite di rilevabilità. Cioè il LDR o LOD che indica il quantitativo minimo dell’analita ricercato che può essere identificato nel campione in esame. Al limite di rilevabiltà corrisponde, in funzione del tipo di tecnica, un limite di quantificazione (LOQ). Questo rappresenta il quantitativo minimo di un analita che può essere quantificato in modo affidabile con la tecnica in esame.
In merito all’amianto in funzione dei criteri che regolano l’etichettatura dei materiali. Nonché dei rifiuti.
Una tecnica analitica affidabile deve avere un LOQ pari ad almeno 1% in peso. Tuttavia una valutazione compiuta richiederebbe almeno lo 0,1% in peso. Parametro molto difficile da raggiungere con le tecniche disponibili.