dispositivi di protezione collettiva

Dispositivi di protezione collettiva e lavori in copertura

Per dispositivi di protezione collettiva DPC si intendono le misure tecniche che proteggono tutte le persone contro i vari rischi. Questo a prescindere dalla loro attrezzatura e comportamento. Ad esempio, pensando al rischio di caduta dall’alto possiamo pensare a parapetti provvisori o meno, ponteggi o reti di sicurezza. Per altri tipi di rischio possiamo pensare a ripari di vario genere, cappe di aspirazione o, ancora, griglie resistenti allo sfondamento, ecc..

L’obiettivo in materia di sicurezza per ogni datore di lavoro è quello di eliminare il rischio o, se non è possibile, ridurlo al minimo. Chiaramente quindi, per portare avanti questa attività, ogni datore di lavoro deve effettuare nei propri luoghi di lavoro una valutazione dei rischi.

Il mondo dei dispositivi di protezione collettiva

Il mondo dei dispositivi di protezione collettiva quindi è vastissimo e ricopre un ruolo di primo piano nel panorama della sicurezza sul lavoro. Queste soluzioni spesso sono integrate dai cosiddetti dispositivi di protezione individuale DPI. Si tratta di attrezzature destinate ad essere indossate e tenute dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi. Oppure di ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

A valle di questo lavoro deve essere considerata l’adeguatezza o meno delle misure di sicurezza. In funzione dei casi poi, possono essere adottate ulteriori misure per garantire un sistema di protezione migliore.

Facciamo notare come, ad oggi, non vi sia una vera e propria definizione di dispositivi di protezione collettiva. Tuttavia, come detto in apertura di articolo, possiamo pensare a questi dispositivi come delle soluzioni tecniche. Tali soluzioni non vanno indossate e tenute dal lavoratore e proteggono tutte le persone contro uno o più rischi.

Come tutte le cose, anche in relazione ai dispositivi di protezione collettiva, vi sono continue novità. Una fetta importante di queste soluzioni sono pensate per i lavori in quota ed, in particolare, per offrire protezione dal rischio di cadute dall’alto.

Se pensiamo solo al mese scorso, dicembre 2019, possiamo già trovare soluzioni innovative sul mercato. A differenza dei DPI, non è necessaria la marcatura CE in quanto non vi sono direttive di prodotto. Tuttavia esistono alcune specifiche norme tecniche uni en attinenti queste soluzioni che forniscono tutti i chiarimenti necessari. Se pensiamo infatti a dei parapetti provvisori di protezione contro le cadute dai bordi ci saranno alcune relative specifiche norme tecniche.

Priorità della protezione collettiva

Il D.Lgs 81/08 all’articolo 15, tra le misure generali, indica un principio fondamentale. Secondo tale principio è necessario dare “priorità alle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale”.

A ribadire questo concetto c’è stata anche la sentenza 34789/2010 della Cassazione, Sez. IV Penale. Questa ha condannato un’azienda che aveva ritenuto di potere fare fronte ai rischi invertendo l’ordine di priorità in questione.

Infatti per i rischi derivanti dal possibile contatto con il materiale di fusione. Ai quali erano esposti i lavoratori. Vi era stata una errata valutazione fatta dal datore di lavoro. Si era infatti provveduto alla adozione di presidi di protezione individuale, ritenendoli più efficaci rispetto ad un sistema di protezione collettiva.

Sostanzialmente i motivi per cui sono da preferire le protezioni collettive sono i seguenti:

  • Proteggono tutte le persone ed offrono quindi una maggiore sicurezza.
  • Consentono di lavorare da soli.
  • Sono spesso più economici sul medio e lungo periodo.
  • Hanno un ciclo di vita più lungo.
  • Richiedono spesso una manutenzione minima.
  • Non richiedono attrezzature o una formazione particolare.

I lavori in copertura

Arrivando alla casistica dei lavori che si svolgono sulle coperture è varia e non può essere riferita solo ad alcune tipologie di settori o di attività. Una copertura può essere oggetto di lavori edili di costruzione, rifacimento, smontaggio e demolizione, ma anche di attività di ispezione, manutenzione e pulizia.

L’approccio ai lavori in copertura e la progettazione della sicurezza per la loro esecuzione deve seguire uno schema che prediliga l’annullamento del rischio di caduta dall’ alto. In alternativa, ove ciò non sia possibile, quantomeno che cerchi di ridurlo il più possibile. Il datore di lavoro deve, anzitutto, appurare se la lavorazione possa essere svolta da terra.

Se questo non fosse possibile si dovrà procedere con l’adozione di dispositivi di protezione collettiva. In caso di impossibilità di adottare anche i sistemi di protezione collettiva, ci si affiderà ai sistemi di protezione per l’arresto della caduta.

I dispositivi di protezione collettiva per i lavori in quota

I dispositivi di protezione collettiva maggiormente utilizzati per l’esecuzione di lavori in copertura in ambiente di lavoro sono:

  • Ponteggi: in questo caso il ponteggio assolve anche al ruolo di protezione per la caduta. Questo infatti avrà la capacità di arrestare le cadute degli operatori che si trovino in copertura. Tutto ciò chiaramente a patto che emerga oltre la linea di gronda e che sia stato montato seguendo uno specifico progetto redatto da un tecnico abilitato.
  • Parapetti provvisori: si tratta di una combinazione di elementi verticali e orizzontali che vengono applicati sul perimetro della copertura. Si configurano come un vero e proprio “parapetto” per la protezione degli operatori in copertura.
  • Reti di sicurezza: si tratta di un insieme di connessioni di maglie, sostenute da funi e strutture di ancoraggio. Sono utilizzate nei lavori in quota per arrestare la caduta di persone e oggetti, consentendo piena libertà di movimento alle persone che lavorano nelle zone soprastanti. In caso di caduta dall’alto la grande deformabilità consente di ammortizzare l’impatto con la rete.
  • Sistemi combinati parapetti/reti: si tratta di una combinazione tra i due precedenti sistemi che integra sia parapetti provvisori che reti di sicurezza. Viene utilizzata in particolari situazioni dove, per esempio, il semplice parapetto non sarebbe sufficiente a frenare la caduta di oggetti.

Accenniamo di seguito brevemente ai ponteggi ed ai parapetti. Provvederemo a trattare le singole misure in questione con maggiore dettaglio in ulteriori articoli successivi.

Le varie tipologie di dispositivi

Ponteggi

I ponteggi rientrano nelle cosiddette “opere provvisionali”. Si tratta di strutture utilizzate per attività di tipo temporaneo. Sono estremamente versatili e, proprio per questo motivo, sono spesso utilizzati per svolgere attività di manutenzione o sviluppo di opere edili.

Oltre ai vantaggi appena indicati possiamo dire che sicuramente questi vanno annoverati anche tra i dispositivi di protezione collettiva. Tra l’altro anche l’articolo 111 del D.Lgs 81/08, nello svolgimento dei lavori in quota, è molto esplicito. Assegna infatti la priorità alla scelta dei dispositivi di protezione collettiva DPC rispetto a quelli di protezione individuale DPI.

I ponteggi, tuttavia, sono opere che espongono i lavoratori a un elevato rischio di infortuni, anche mortali. Proprio per questo sono analizzati e spesso capita di vedere sanzioni comminate dagli organi di vigilanza a fronte di eventuali violazioni riscontrate.

Sono composti da diversi elementi che vengono collegati tra loro per garantire rigidità alla struttura. Si tratta di soluzioni molto versatili che possono adattarsi ai vari tipi di edifici. Possono essere sviluppate sia in orizzontale che in verticale.

I ponteggi sono classificati in base alla tipologia degli elementi che li costituiscono e alle specifiche tecniche. Le differenze tra le tipologie di ponteggio incidono sulla modalità di trasporto, di carico e scarico, di montaggio e di occupazione delle aree di cantiere. Le categorie di ponteggi sono suddivise sulla base di:

  • Specifiche prestazionali e di impiego.
  • Tipo di materiale.
  • Tipologia degli elementi costruttivi: sistemi a tubi e giunti, a telai prefabbricati e multidirezionali.

Parapetti temporanei

I parapetti sono dispositivi di protezione collettiva che hanno la funzione di proteggere il lavoratore dalla caduta dall’alto. Questi assorbono l’energia dell’urto così da ridurre le forze esercitate sul corpo del lavoratore riducendo di conseguenza il rischio di infortunio.

Questi sistemi di protezione devono essere utilizzati nella costruzione ogni volta che vi siano delle aperture verso il vuoto con profondità maggiore di mezzo metro. Devono avere requisiti di robustezza e devono garantire la protezione su tutti i lati.

Sono comunemente adottate due tipologie di parapetti provvisori: quelli tradizionali, realizzati in opera con manufatti in legname, e quelli prefabbricati metallici assemblabili in loco, chiamati anche “guardiacorpo”.

I parapetti prefabbricati sono sempre più diffusi. Questo perché sono di rapida e facile installazione. Infatti possono essere montati su differenti supporti e si adattano all’uso come protezione dei bordi di una copertura.

Grazie a questa flessibilità sono considerati la principale alternativa al ponteggio. Soprattutto per i lavori di manutenzione della copertura dove non devono essere eseguite lavorazioni in facciata.

Chiaramente i parapetti non possono essere realizzati in maniera “posticcia” o non sicura, ma devono rispettare i criteri di robustezza e solidità. In riferimento al montaggio e alle specifiche dei parapetti si può fare riferimento all’articolo 112 del D.Lgs 81/08.

Il datore di lavoro, deve quindi garantire che i parapetti presentino le specifiche prescritte dal D.Lgs 81/08 o dalla norma EN 13374. Deve inoltre garantire che siano strutturalmente idonei a resistere ai carichi provocati dalla caduta di persone o oggetti.

Conclusioni

Tra i vari servizi offerti ci occupiamo di offrire un servizio professionale di consulenza tecnica ed economica relativa alla installazione e alla fornitura di dispositivi di protezione.

Grazie alla nostra esperienza maturata negli anni nei più svariati settori siamo in possesso di un ampio know how per rispondere ad ogni specifica situazione.

Operiamo con personale interno dipendente così da avere metodologie uniformi e condivise con un continuo scambio di informazioni e un aggiornamento costante e reciproco. Troviamo così la soluzione più adeguata e conveniente per le necessità di sicurezza di ogni cliente, con garanzia del risultato.

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