elettrocuzione

Elettrocuzione e primo soccorso nei luoghi di lavoro

Come gestire una emergenza legata al contatto diretto ed al rischio elettrocuzione? Cioè quando un lavoratore viene a contatto con una parte in tensione dell’impianto (cavo elettrico scoperto, morsetto, …). Vediamo insieme con degli esempi.

Una analisi operata qualche anno fa dal Sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi sulla distribuzione degli infortuni mortali nell’arco temporale 2002/2012 indicava che la scarica elettrica è al settimo posto nella graduatoria delle varie tipologie di incidente.

Certo, non si tratta della pena capitale per mezzo della sedia elettrica. Nostro malgrado però, spesso le conseguenze sono le stesse. Occorre quindi conoscere bene questo tipo di problematiche.

Proprio per cercare di conoscere meglio le conseguenze dell’esposizione all’elettricità possiamo fare riferimento alla pubblicazione “Il primo soccorso nei luoghi di lavoro”. Si tratta di una pubblicazione che ricorda come il miglioramento della qualità del soccorso possa ridurre gli infortuni mortali e che riporta anche utile indicazioni generali per il primo soccorso in molte tipologie di incidenti e lesioni.

Le conseguenze dell’elettrocuzione

Nel documento Inail si indica che l’elettrocuzione. Ovvero folgorazione. Si verifica quando il corpo umano viene attraversato dal passaggio di corrente.

Tante volte l’elettrocuzione avviene per contatto con il conduttore di corrente. Tuttavia in alcune situazioni in cui si opera con correnti di potenza maggiore.

Ad esempio gli elettricisti. Oppure gli addetti alle manovre nelle cabine di distribuzione elettrica. Ancora, gli addetti alla manutenzione delle linee elettriche di media e di alta tensione. L’elettrocuzione può essere causata dalla semplice vicinanza per lo scoccare di un arco elettrico (senza, cioè, bisogno di un contatto).

Gli effetti lesivi della circolazione della corrente dipendono da diversi parametri. Tra questi:

  • l’intensità di corrente, ovvero la quantità di cariche elettriche che passano nell’unità di tempo (amperaggio);
  • la tensione, che corrisponde alla differenza di potenziale e si misura in volt;
  • la traiettoria percorsa dalla corrente all’interno del corpo (punto di ingresso e di uscita della corrente);
  • il tipo di corrente (continua o alternata – l’alternata è più pericolosa perché stimola la muscolatura ripetutamente a seconda della frequenza che possiede);
  • la durata del tempo di contatto;
  • l’ampiezza della superficie di contatto.

Gli effetti della corrente elettrica sul corpo umano

Il documento riporta poi anche alcune indicazioni sui sintomi generali. Si sottolinea che il passaggio di corrente elettrica può provocare effetti locali e/o effetti generali:

  • effetti locali: sono rappresentati da ustioni più o meno gravi. Al passaggio della corrente elettrica, il corpo si comporta come una resistenza elettrica, ciò fa sì che per effetto Joule i tessuti si brucino. L’ustione da corrente elettrica presenta normalmente un foro di ingresso e uno di uscita che testimoniano il passaggio e la traiettoria della corrente. Generalmente nell’elettrocuzione si hanno ustioni localizzate di III grado;
  • effetti generali: consistono principalmente nella variazione del ritmo cardiaco con fibrillazione ventricolare. Nonché nell’arresto cardiaco e/o arresto della respirazione. L’arresto cardiaco avviene quando la traiettoria della corrente incontra il muscolo cardiaco e interrompe gli impulsi nervosi che stimolano normalmente la contrazione cardiaca.
    L’arresto respiratorio si ha per tetanizzazione. Si tratta di una contrazione muscolare dovuta alla sovrapposizione del segnale elettrico indotto sul sistema nervoso. Oppure per blocco dei centri nervosi respiratori. Quando la traiettoria della corrente incontra l’encefalo.

Il documento ricorda che la prima cosa da fare è interrompere il flusso di corrente. Questo può avvenire staccando l’interruttore oppure allontanando l’infortunato dalla sorgente elettrica aiutandosi con oggetti di materiale isolante: legno, plastica, gomma, ecc.

In seguito occorre valutare lo stato dell’infortunato ed agire di conseguenza: può essere sufficiente medicare le ustioni oppure, se il paziente è incosciente, occorre verificare l’attività cardio – respiratoria ed eventualmente procedere alla rianimazione. Anche nelle situazioni in cui l’infortunato dovesse apparentemente non riportare alcuna conseguenza, è bene sempre recarsi ad un presidio di pronto soccorso per uno screening cardiologico.

Rimandiamo alla lettura integrale del documento che riporta ulteriori indicazioni sulle cose da fare e sulle cose da non fare in caso di folgorazione di un collega di lavoro.

Le ustioni come effetto dell’elettrocuzione

Si indica che le ustioni sono lesioni dovute all’azione del calore. Come abbiamo visto, nel caso della folgorazione nel punto di entrata della corrente elettrica si potrà manifestare una ustione più o meno profonda detta marchio elettrico.

Si segnala poi che l’ustione può essere lieve (I grado) o più importante (II e III grado). In ogni caso, più che il grado dell’ustione, è importante valutare la sua estensione sul corpo.

elettrocuzione ustioni
Immagine tratta dal documento

Infatti, anche ustioni di I grado possono rivelarsi gravi se sono estese per i 3/4 della superficie corporea. Mentre invece un’ustione di III grado può considerarsi moderata se coinvolge solo il 5% della superficie corporea.

Le ustioni da elettrocuzione che colpiscono al volto o alla schiena. Oppure all’addome o ai genitali sono generalmente gravi. Altri parametri da tenere in considerazione sono l’età e le condizioni fisiche dell’infortunato. Nonché il tessuto degli abiti indossati.

Infatti, materiali come il nylon e fibre sintetiche, bruciando, si incollano alla pelle rendendo le ustioni più profonde. L’ustione, quando è molto estesa, provoca una perdita di liquidi e sali minerali. Ciò ha come conseguenza una disidratazione dell’organismo.

Questo stato può provocare shock elettrico. Altra possibile conseguenza assai grave di un’ustione estesa sono le infezioni e il conseguente shock settico (da infezione). Questo è dovuto alla distruzione del tessuto cutaneo che prima di tutto ha funzioni di barriera e protezione nei confronti degli agenti microbici esterni. La zona ustionata deve essere medicata in quanto può infettarsi facilmente.

Rimandiamo alla lettura del documento sulle procedure che possono essere messe in atto in caso di ustioni di I, II o III grado.

Concludiamo segnalando che il documento Inail si sofferma anche sulle misure da adottare in emergenza per gestire queste informazioni. Vi invitiamo ad una lettura del documento per maggiori informazioni.