Il medico competente è nominato in tutte le aziende?
Ma davvero il medico competente deve essere nominato in tutte le aziende? Possono esserci situazioni in cui non è necessaria la sorveglianza sanitaria? Vediamoci chiaro…
Soprattutto in questo periodo di emergenza sanitaria il ruolo del medico competente è sotto i riflettori. Con la visita straordinaria eccezionale introdotta per fronteggiare il rischio da contagio Covid-19 per i lavoratori fragili si rende importante chiarire questi aspetti. Anche per non ritenere che la visita medica sia la panacea per ogni cosa. Per rispondere alla domanda partiamo dall’inizio.
Cosa fa il medico competente ove nominato?
Il medico competente ove nominato ha il compito ultimo di contribuire a tutelare i lavoratori al fine di evitare l’insorgenza di malattie professionali. Si occuperà della sfera psico fisica dei lavoratori. Andrà ad instaurare per ognuno di loro una cartella sanitaria e di rischio che provvederà ad aggiornare in occasione delle visite mediche. In questo modo sarà possibile monitorare ogni lavoratore ed il relativo stato di salute.
Ovviamente il medico competente ove nominato supporta il datore di lavoro. Nonché i membri del servizio di prevenzione e protezione alla stesura del documento di valutazione dei rischi.
Fornirà un utile aiuto in merito agli specifici rischi presenti. Ad esempio per quanto riguarda la movimentazione manuale dei carichi. Ovvero per i cosiddetti “lavoratori videoterminalisti”. Cioè tutti coloro che utilizzano in modo abituale o sistematico un videoterminale per almeno 20 ore settimanali.
Parteciperà alla riunione periodica di cui all’art. 35 del Testo Unico. In quella occasione fornirà le indicazioni in forma anonima in merito all’andamento della sorveglianza sanitaria. Visiterà gli ambienti di lavoro per verificarne le condizioni dal punto di vista igienico e segnalerà eventuali criticità.
L’obiettivo di questa figura agli occhi della legge è insomma quello di contribuire a garantire la salute e la sicurezza sul lavoro.
Quando è necessario nominare il medico competente?
E’ obbligatorio nominare il medico competente tutte quelle volte in cui dalla valutazione dei rischi emergono situazioni di criticità legati a fattori di rischio per i quali è obbligatorio attivare la sorveglianza sanitaria. Vale a dire ad esempio: esposizione a sostanze chimiche, movimentazione manuale dei carichi, rischi legati all’uso del videoterminale e così via.
Dunque fondamentalmente la situazione può essere riassunta nel modo seguente. Anzitutto occorre portare avanti la valutazione dei rischi. Se da questa emergono dei fattori di rischio tali da rappresentare una possibile “minaccia” per la salute dei lavoratori.
Allora per tali fattori di rischio la norma prevede la sorveglianza sanitaria il datore di lavoro. Quale misure di prevenzione e protezione. Ha l’obbligo di nominare un medico competente per portare avanti la sorveglianza sanitaria al fine di tutelare i propri lavoratori.
Ma allora … prima la nomina o prima la valutazione dei rischi?
A questo punto però sorge un dubbio. Abbiamo detto che la valutazione in merito alla nomina del medico competente è fatta a valle della valutazione dei rischi. Cioè prima si valutano i rischi e poi si decide se è necessario attivare la sorveglianza sanitaria. Dunque non è sempre obbligatoria la nomina del medico competente.
Quindi si potrebbe pensare ad una fase iniziale in cui il datore di lavoro porta avanti l’attività di valutazione dei rischi. In tale fase il medico competente non è ancora nominato. Certo, ci sarà un RSPP che, in quanto esperto in sicurezza.
Dovrebbe essere in grado di supportare il datore di lavoro in tale attività. Quindi anche indicare se la nomina del medico competente è effettivamente un passaggio necessario o meno.
Tuttavia, salvo casi particolari, il RSPP non è un medico. Dunque non avrà le competenze di questo professionista. Ora, dal momento che la responsabilità della valutazione dei rischi è cosa che spetta in via esclusiva e non delegabile al datore di lavoro. Quest’ultimo farebbe bene a valutare con attenzione questo aspetto e a non ficcare la testa sotto la sabbia come gli struzzi facendo finta che il problema non esiste.
Chiaramente stiamo pensando in questo caso ad una azienda in cui si sta portando avanti per la prima volta la valutazione dei rischi. Nella quale non è ancora mai stato nominato alcun medico competente.
Come si potrebbe risolvere?
Dal momento che il D.Lgs 81/08 precisa che per portare avanti la valutazione dei rischi il datore di lavoro può farsi supportare da altri professionisti esterni o interni all’azienda. Fermo restando la paternità dello stesso comunque in capo a lui.
Si potrebbe pensare ad una situazione del genere. Nel momento in cui bisogna valutare i rischi il datore di lavoro, oltre a nominare il RSPP si affiderà, in qualità di consulente, anche ad un medico del lavoro. Quest’ultimo avrà il compito di supportare nella attività di valutazione dei rischi offrendo in particolare il suo contributo per tutti quei fattori di rischio che tipicamente coinvolgono la figura del medico competente. Nonché, provvederà ad indicare, di concerto con il RSPP, l’eventuale necessità di procedere con la sorveglianza sanitaria o meno.
A conclusione di questa fase. Se emergesse la non necessità di attivazione della sorveglianza sanitaria per nessuna mansione presente in azienda il lavoro del consulente “medico” terminerebbe qui. In caso contrario potrebbe chiaramente proseguire.
Perché può essere importante questo aspetto
Mettendoci nei panni del datore di lavoro. In questa ipotesi, la sua posizione sarebbe molto più tutelata. Infatti, se gli venisse contestata la mancata attivazione della sorveglianza sanitaria. Per qualsiasi motivo. Potrebbe difendersi puntando su due aspetti importanti.
Il primo legato al fatto che la valutazione dei rischi è stata portata avanti da un “team” di esperti in materia con competenze multidisciplinari. Questo a riprova della completezza delle competenze necessarie per portare avanti tale attività.
Il secondo legato al fatto che in questo specifico “team di lavoro” era presente anche un medico con competenze specifiche in materia.
Chiaramente ogni storia è un caso a sé però, con queste premesse, il datore di lavoro sicuramente potrebbe partire da una posizione di vantaggio in caso di un eventuale contenzioso.