Lavoro in solitario: come garantire la sicurezza?
Quello del lavoro in solitario è un tema delicato. Si ritiene “in solitario” una qualsiasi attività che debba essere svolta da un lavoratore in piena autonomia. Cioè non soggetto al controllo diretto da parte di un preposto e comunque in condizioni di isolamento anche rispetto ad altri colleghi.
Il più delle volte, ma non sempre, si tratta di un lavoro svolto all’esterno dell’azienda per cui si lavora. Come fare a garantire la sicurezza di questi lavoratori? Vediamolo insieme!
Il lavoro in solitario, inquadramento e rischi
Partiamo subito col dire una cosa. Per questo tipo di lavoro, ad oggi, non vi sono specifici decreti o particolari obblighi o restrizioni. Questo però non vuol dire che “vale tutto”.
Infatti è comunque vietato esporre il lavoratore al cosiddetto “lavoro in solitario” in tutti quei casi in cui vi sia un rischio inaccettabile. Ad esempio il lavoro con scale.
Oppure il lavoro in spazi confinati, che comunque è soggetto a normativa specifica. Ancora, lavoro con utilizzo di PLE. In queste situazioni, infatti, è necessaria la presenza di un altro lavoratore a terra per gli eventuali interventi di primo soccorso in caso di emergenza.
Il Testo Unico sulla sicurezza chiede al datore di lavoro di valutare tutti i possibili rischi. Tra questi, se presente, sarà dunque da valutare anche il rischio da lavoro in solitario.
Si tratta infatti di una condizione di lavoro specifica. In quanto tale dovrà essere presa in considerazione come “potenziale fattore di rischio”. Dunque, i rischi associati a tale condizione andranno valutati e gestiti con la stessa attenzione che merita ogni altro rischio lavorativo.
I vari tipi di lavoratori isolati
Una delle situazioni che ha aiutato a contribuire il progresso tecnologico è anche la riduzione del numero di persone sui luoghi di lavoro. Quello che infatti ieri facevano 2 persone, oggi può farlo una sola persona con l’ausilio di una macchina. Nello specifico, si pensi ad esempio ad operazioni ripetitive o comunque operazioni in linea.
Tutto ciò ha consentito di eliminare, di fatto, alcune mansioni sostituendole con macchinari a cui è assegnato un operatore che svolge attività di controllo del corretto funzionamento.
Oltre al caso dei lavoro in solitario che porta a lavorare sempre in uno stesso ambiente di lavoro. Aspetto questo da non trascurare. Infatti in questo caso almeno il lavoratore ha il controllo della situazione e conosce l’ambiente in cui si muove.
Ci sono i lavori in solitario che toccano un numero rilevante di persone e si svolgono al di fuori dell’azienda. Pensiamo, ad esempio, all’attività svolta da una Guardia Particolare Giurata.
Questa si troverà ad operare in ambienti che non sempre conosce. In tali ambienti possono essere presenti rischi che non si conoscono. Situazioni particolari si possono poi verificare durante l’attività di vigilanza nei cantieri.
Ma anche aziende di manutenzione o riparazione di attrezzature. Nonché di energia elettrica o addetti alla pulizia di uffici in orario extra lavorativo. Ancora, autotrasportatori e addetti a impianti distribuiti quali cabine elettriche o per il trasporto dell’energia.
Talvolta poi possono verificarsi situazioni in cui viene svolto lavoro in solitario all’interno dell’azienda sebbene siano presenti diversi lavoratori. Infatti un operatore può essere chiamato ad operare in un reparto, un ufficio, o anche in sale controllo lontano da altri colleghi.
Il lavoro in solitario deve dunque essere tenuto in conto nel documento di valutazione dei rischi perché può portare un rischio aggiuntivo rispetto a quelli specifici del lavoro.
Quali misure adottare?
Come già anticipato il rischio specifico dovuto al lavoro in solitario deve essere valutato. L’operatore che lavora da solo risulterà esposto a dei rischi peculiari. Nonché aggravare ed avere un impatto importante su diverse situazioni che, in condizioni diverse, potrebbero essere gestite senza particolari criticità.
Basti pensare, a titolo di esempio, alle misure di pronto soccorso. Le misure di prevenzione e protezione che il sito utilizza o può utilizzare per fare fronte a queste situazioni sono varie.
Per garantire la salute e sicurezza infatti è possibile agire lungo le tre direttrici rappresentate dalle misure formative, tecniche e gestionali. Un esempio su tutti può essere il riscorso a dispositivi uomo a terra.
I dispositivi uomo a terra sono progettati tipicamente per tutte le categorie di lavoratori a rischio. Ne esistono anche modelli certificati per atmosfere classificate a rischio esplosione. Questo tipo di soluzioni proteggono il lavoratore che opera in solitario mediante la trasmissione di allarmi manuali e automatici.
Nel momento in cui un lavoratore dovesse avere un malore o, per qualsiasi motivo, non dovesse più avere una certa posizione. O anche mantenere la stessa posizione oltre un certo limite di tempo. Il dispositivo si attiva con un pre allarme cui poi seguono delle chiamate automatiche di emergenza.
Molti di questi dispositivi agiscono anche come localizzatore satellitare così da consentire di trovare il malcapitato con facilità anche in una zona molto vasta.
Per ora ci fermiamo qui e rinviamo al successivo articolo le indicazioni sulle regole da seguire per lavorare in sicurezza in queste situazioni. Come sempre vi invitiamo a registrarvi alla nostra newsletter sicurezza per rimanere sempre aggiornati sulle varie attività e novità.