Misure di prevenzione e protezione, da dove partire
Quando si parla di sicurezza si arriva sempre al punto di valutare le misure di prevenzione e protezione che devono essere adottate. Bene ma come procedere? Come valutare l’efficacia e la fattibilità delle misure previste? Vediamolo insieme!
Come procedere nella scelta delle opportune misure di prevenzione e protezione?
Di solito tutto parte dalla valutazione dei rischi presenti nei luoghi di lavoro secondo quanto previsto dal Testo Unico Sicurezza.
In base alla normativa vigente infatti, il datore di lavoro. Grazie alla collaborazione del medico competente. Nonché di tutti i membri del servizio di prevenzione e protezione.
E’ chiamato a valutare i fattori di rischio presenti negli ambienti di lavoro. Dovrà inoltre stabilire le misure preventive e protettive tali da garantire la sicurezza sul lavoro data dalla protezione dai rischi.
Quali sono le strade da seguire?
Bene, fin qui pura “accademia”. Volendo però andare nel concreto la domanda da farsi è quella di chiedersi quali possono essere le strade da seguire per fissare le misure necessarie e qual’è la differenza tra prevenzione e protezione in azienda?
La risposta ci è data dal D.Lgs 81/08. Infatti il decreto stabilisce sia i criteri di base da seguire che la relativa priorità.
L’art. 15 del D.Lgs 81/08 si chiama proprio “Misure generali di tutela”. Cioè si tratta delle misure di prevenzione e protezione da adottare in generale. A prescindere dal tipo di lavoro e dalla complessità dell’azienda.
Dunque una buona strategia nella scelta delle misure di prevenzione e protezione potrebbe essere proprio quella di partire dalle misure indicate in questo articolo. Andiamo allora a vedere meglio di cosa si tratta.
L’art. 15 del D.Lgs 81/08
Le misure di prevenzione e protezione indicate in questo articolo sono chiare e semplici e le riportiamo di seguito:
- la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza;
- la programmazione della prevenzione, mirata ad un complesso che integri in modo coerente nella prevenzione le condizioni tecniche produttive dell’azienda nonché l’influenza dei fattori dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro;
- l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico;
- il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo;
- la riduzione dei rischi alla fonte;
- la sostituzione di ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso;
- la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio;
- l’utilizzo limitato degli agenti chimici, fisici e biologici sui luoghi di lavoro;
Le altre indicazioni sulle misure di prevenzione e protezione
- la priorità delle misure di protezione collettiva rispetto alle misure di protezione individuale;
- il controllo sanitario dei lavoratori;
- l’allontanamento del lavoratore dall’esposizione al rischio connesso per motivi sanitari inerenti la sua persona e l’adibizione, o ve possibile, ad altra mansione;
- l’informazione e formazione adeguate per i lavoratori, dirigenti e preposti. Nonché per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza;
- la programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l’adozione di codici di condotta e buone prassi;
- le misure di emergenza da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato;
- l’uso di segnali di avvertimento e di sicurezza;
- la regolare manutenzione di ambienti, attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione dei fabbricanti.
Dunque quali misure di prevenzione e protezione adottare?
Dunque per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e la tutela della salute dei lavoratori dai rischi professionali può essere sicuramente utile partire dai principi indicati in questo articolo.
In esso si indicano una unga serie di misure di prevenzione e protezione da rispettare. Alcuni criteri sono di buon senso oltreché previsti dalla legge. Come ad esempio la sorveglianza sanitaria.
Altri affermano invece dei concetti altrettanto importanti ma non così scontati. Ad esempio la priorità delle protezioni collettive rispetto ai dispositivi di protezione individuali.
Di seguito ci soffermiamo su una delle misure di prevenzione e protezione indicate che spesso ci capita di vedere tenuto in poca considerazione. Stiamo parlando della programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza, anche attraverso l’adozione di codici di condotta e buone prassi.
L’importanza della programmazione
Quello del miglioramento nel tempo è uno dei principi troppo spesso non considerati nel campo della sicurezza sul lavoro. Ad esempio quando si compra una macchina con delle misure di sicurezza. Spesso si ritiene che “magicamente” quelle misure debbano essere adeguate per l’eternità.
In realtà ogni azienda evolve nel tempo, si adegua sia dal punto di vista gestionale che produttivo. E’ una cosa normale ed, anzi, positiva sotto tanti punti di vista. Non si capisce però perché, quando si parla di sicurezza, questo discorso non vale!
Col passaggio dal D.Lgs 626 del 1994 al D.Lgs 81 del 2008 tra le tante novità vi è anche stato il passaggio da un approccio reattivo ad un approccio proattivo.
Cioè un tempo, nel 1994 appunto, l’impostazione della sicurezza era quasi esclusivamente incentrata sulla figura del Datore di Lavoro. Questo doveva provvedere a garantire il rispetto di tutta una serie di misure di prevenzione e protezione richiesta dalla norma. Una volta fatto questo, “in automatico”, si poteva ritenere che le condizioni di sicurezza in azienda fossero adeguate.
Dunque magari poteva capitare che venivano valutati i rischi in azienda. Si adottavano le misure di prevenzione e protezione conseguenti. Dopodiché per anni interi il discorso sicurezza restava assolutamente immobile.
Nel frattempo però l’azienda “andava avanti” e quand’è che si andava a rimettere mano alla cosa? Solo a fronte di eventuali infortuni o modifiche sostanziali che avvenivano in azienda. Ad esempio si partiva con una nuova produzione o altro.
L’evoluzione della sicurezza
Oggi, fin dal 2008, almeno sulla carta, non è più così! Il datore di lavoro deve portare avanti in modo costante una attività di programmazione e controllo per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di sicurezza. Bisogna infatti chiedersi ad esempio se le misure di sicurezza esistenti su una pressa acquistata ad esempio nel 1998 siano adeguate ancora oggi.
Come fare per portare avanti questa analisi? La cosa non è semplice. Sicuramente però è necessario considerare quello che è lo stato attuale del mercato.
Quindi delle relative misure di sicurezza. Di conseguenza, è necessario rifarsi al cosiddetto “stato dell’arte” che definisce i vari”standard di riferimento” anche in materia di sicurezza.