Le radiazioni ottiche artificiali
La valutazione dei rischi può essere dunque in questi casi una attività tanto fondamentale quanto importante.
Infatti in generale l’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali può anche, in talune situazioni essere causa di insorgenza di tumori cutanei. Proprio per questo motivo è bene che la valutazione sia condotta da personale competente.
Radiazioni ottiche artificiali: da dove iniziare?
Il punto di partenza è sempre lo stesso. Suggeriamo di verificare da un lato il rispetto delle norme tecniche. Dall’altro la conoscenza e competenza del tecnico sull’argomento specifico nonché la conoscenza della realtà industriale.
Come spesso diciamo infatti una persona competente ma che non conosce la realtà in cui opera potrà commettere più facilmente degli errori.
Per quanto riguarda il primo aspetto, è possibile fare riferimento alle norme della serie UNI EN 14255 che trattano proprio la misurazione e valutazione dell’esposizione nei posti di lavoro a radiazioni ultraviolette, visibili e infrarosse.
Per quanto riguarda il secondo aspetto invece chiaramente si potrà fare riferimento a varie informazioni. A riguardo segnaliamo le “Indicazioni operative” proprio in merito agli agenti fisici redatte a cura del coordinamento tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo documento prende in esame le radiazioni ottiche artificiali e
Il documento richiama un documento redatto a cura della CIIP che definisce i profili professionali degli esperti per questo tipo di valutazioni.
Inutile dire che invitiamo le aziende a fare molta attenzione a questo aspetto perché, in caso contrario, sarà ovviamente suo onere dimostrare – a posteriori – la competenza e professionalità del tecnico chiamato a svolgere le misure.
La conoscenza dei cicli produttivi
Risulta poi sicuramente importante conoscere i vari cicli produttivi oggetto di indagine nei dettagli. Le saldature infatti non sono tutte uguali.
Le condizioni ambientali non sono le stesse. Le mani degli operatori che portano avanti il lavoro non sono uguali!
Capite bene dunque che non si può allora pensare che possa bastare chiamare “un” tecnico. Il quale magari entra per la prima volta in azienda il giorno delle misure, e che questo con “uno” strumento faccia le misure. Nonché, come per magia, risolva tutti i problemi.