Il riferimento normativo attualmente in vigore è il D.Lgs 101/20. Questo ha sostanzialmente inglobato tutte le problematiche legate a problemi di esposizione a radiazioni ionizzanti.
Tra queste dunque anche il radon. La nuova norma introduce molte novità. Tra le più rilevanti vi sono anzitutto la variazione dei livelli di riferimento che vengono ridotti.
Inoltre l’introduzione proprio di “valori di riferimento” che si distinguono rispetto ai “valori limite” con cui siamo abituati a confrontarci.
Il principio di ottimizzazione
Una delle grandi novità introdotte dal nuovo riferimento normativo è proprio questo principio.
Lo spirito ricalca quanto indicato nelle misure generali di sicurezza di cui all’art. 15 del D.Lgs 81/08.
Infatti così come il testo unico sicurezza indica una chiara strategia di gestione del rischio. Cioè quella di annullare o, se non è possibile, ridurre al minimo il fattore di rischio.
Analogamente questo principio vuole che si proceda a ridurre la concentrazione di radon al minimo per quanto tecnicamente possibile. Dunque quand’anche si rilevassero dei valori di concentrazioni prossimi al livello di riferimento ma non superiori a questo.
Stante il principio di ottimizzazione si sarà chiamati a programmare i relativi interventi di bonifica.
La bonifica e misure del radon
Al netto della giovane età della norma in questione e del fatto che sicuramente è suscettibile di miglioramenti.
La norma fornisce indicazioni sulla misurazione della concentrazione di radon. Sappiamo che è possibile effettuare misure con sistemi passivi e attivi.
La norma definisce anche la figura dell’esperto in risanamento radon. Si tratta di una figura tecnica che provvede a relazionare in modo tecnico sulle necessarie misure per ridurre la concentrazione di radon.