zero infortuni

Zero infortuni, ha senso porsi questo obiettivo?

E’ corretto fissare l’asticella della sicurezza in azienda puntando all’obiettivo zero infortuni? Vediamo insieme quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una tale politica aziendale della sicurezza.

La prevenzione infortuni in azienda non è cosa che evolve in autonomia. Men che meno quando l’obiettivo fissato è il fatidico “zero infortuni”.

Ogni volta che in azienda si verifica un evento incidentale scattano una serie di attività. Tra queste valutazioni e considerazioni in merito a come sia possibile evitare il ripetersi dell’infortunio.

Sia chiaro, in una azienda sana e con una buona cultura della sicurezza questo tipo di attività dovrebbero esserci sempre. A prescindere cioè del verificarsi o meno di eventi incidentali sul lavoro.

Non a caso si va a inquadrare la sicurezza sul lavoro come un processo che deve essere caratterizzato, tra l’altro, dal miglioramento continuo. Proprio a tal fine, nei luoghi di lavoro, si vanno ad analizzare i cosiddetti “near miss”.

Cioè, se l’obiettivo è “zero infortuni” avrà sicuramente senso portare avanti in modo costante una vera e propria “indagine interna” per qualsiasi evento pericoloso avvenuto in azienda.

Infatti grazie a questa attività sarà possibile ridurre gli infortuni gravi e, nella migliore delle ipotesi, evitare incidenti mortali.

L’obiettivo da porsi

Da quanto appena detto capiamo bene che la sicurezza sul lavoro può essere portata avanti con vari tipi di approcci. Si potrà adottare un approccio burocratico – normativo oppure un approccio ingegneristico. Ancora, sarà possibile adottare un approccio più intransigente o, magari, più “paternalistico”.

Da questo dipenderanno molte delle attività che si porteranno avanti in azienda. La domanda a cui cerchiamo però di dare risposta è se possa aver senso fissare l’obiettivo “zero infortuni”. Oppure se questo non si tratti solo di una “illusione” e, magari, sia meglio “ripiegare” su qualcosa di più “ragionevole”.

Facciamo qualche considerazione sul tema andando ad indicare di seguito la nostra opinione.

L’obiettivo zero infortuni è quello più performante?

Gli obiettivi da porre in generale sono funzione della situazione di partenza e di moltissime altre condizioni al contorno. Quando parliamo di sicurezza sul lavoro però la situazione si fa ancora più complessa.

Infatti anzitutto bisogna capire che stiamo parlando della salute e della incolumità di esseri umani. Un conto è fissare un obiettivo finanziario cosa ben diversa, invece, è andare a fissare un obiettivo che ha un impatto diretto su beni fondamentali ed intangibili come quelli legati alla sicurezza.

Ognuno di noi ha diritto a tornare a casa nelle stesse condizioni di salute in cui al mattino esce per andare a lavoro. Dunque con tutte e dieci le dita delle mani. Con entrambi gli occhi e così via. Partendo chiaramente dall’assunto che rientri in casa e non vada incontro ad un infortunio mortale.

Nell’ambito della discussione in merito all’obiettivo “zero infortuni” potrà sembrare banale ripeterlo, tuttavia siamo certi che fa bene farlo. Infatti, a volte, tante cose si danno per scontate salvo poi rendersi conto che non è così. Peccato però che quando questo avviene spesso è ormai troppo tardi.

Ma allora è coretto porre l’obiettivo “zero infortuni” in materia di sicurezza sempre e comunque oppure no? In generale la risposta può considerarsi positiva. Infatti una azienda che si pone questo obiettivo tenderà a fare tutto il possibile per raggiungerlo.

Qual’è il vantaggio principale dell’approccio “zero infortuni”?

Una azienda che si pone questo tipo di approccio in funzione della situazione cercherà di fare sempre tutto il possibile per mandare a zero questi eventi. Il vantaggio principale, in questi casi, è dato da due aspetti di fondo.

Il primo è quello legato ad un continuo e costante studio in merito a tutte le tematiche della sicurezza. Finalizzato a migliorare sempre di più le condizioni di sicurezza presenti nei luoghi di lavoro.

L’altro vantaggio è legato al fatto che l’approccio adottato impone una stima molto severa riguardo gli aspetti della sicurezza e prevenzione. Dunque, in un modello che adotta questo approccio in modo serio, non saranno ammessi né tollerati scostamenti, seppur minimi dalle regole di sicurezza.

Questo aspetto aiuta la crescita di tutto il personale aziendale. Infatti in queste situazioni non si tollereranno compromessi di alcun genere. O si fa tutto il necessario o, semplicemente, stiamo sconfessando l’approccio che dichiariamo di adottare.

Gli svantaggi

Paradossalmente tuttavia questa è anche la principale controindicazione all’uso di questo tipo di approccio in azienda. Infatti basterà davvero poco per mandare un messaggio sbagliato. Nella sicurezza infatti il messaggio inviato all’azienda conta moltissimo.

Quale sarebbe la credibilità di un dirigente o di un datore di lavoro che “a parole” dice di sposare l’approccio “zero infortuni” e si dichiara disposto a fare tutto il possibile per raggiungerlo. Tuttavia però nei fatti è il primo a non utilizzare i DPI o a dare indicazioni contrarie alle norme di sicurezza ai propri lavoratori?

Chiaramente la situazione sopra descritta è un caso estremo. Questo non è un bene. Infatti basterà “fare” molto di meno in azienda per mandare un messaggio sbagliato. A quel punto si verrà a creare una scollatura tra l’intenzione e la realtà.

Questa, col tempo, non potrà che acuirsi e contribuire alla diminuzione graduale ma inesorabile delle condizioni di sicurezza in azienda.

Conclusioni

Per ora ci fermiamo qui. Speriamo di aver illustrato con chiarezza per sommi capi quali sono i principali vantaggi e svantaggi dell’adozione dell’approccio “zero infortuni” in azienda.

Sulla scorta di quanto detto insomma, sebbene si ritenga questo modello, in generale, “vincente”. Riteniamo che possa essere adottato in modo davvero efficace solo in alcune realtà produttive. Si dovrà cioè portare avanti una attenta valutazione della specifica situazione aziendale per poter stabilire se sia il caso di sposare subito questo approccio. Oppure se, magari, non sia il caso di “preparare il terreno”.

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